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Luna

3 storie | 35 paragrafi

  • La speranza
    Sia possibile intervenire, fare qualcosa affinché la natura sia rispettata. La risposta che ottengo è un “ne parleremo in Consiglio”. Da ciò capisco che è il classico politically correct e che otterrò poco e nulla. Penso e ripenso a tutti i contatti che ho in agenda, addirittura a nomi che ormai erano caduti nel dimenticatoio, vecchi compagni di università che si sono dati a pompose carriere. E finalmente spunta un nome, si palesa alla mia mente come un’illuminazione: Giovanni Artimio, ormai in pensione, ma che nella sua vita da politico ha lottato per la difesa del verde e dell’ambiente…

    Paragrafo 6 - Tratto da Nuovi paesaggi di giò

  • Le orme della bellezza
    Purtroppo, come  la storia ci insegna, ciò che l'uomo tocca, muore. Spesso, troppo spesso, chi non ama i luoghi, la natura, le cose altrui, calpesta, imbruttisce, insozza. Questo è successo anche nei posti in cui vivo. Sorgenti pure, che sgorgano festose dai monti, hanno intorno bottiglie di plastica lasciate lì, a sfregio della bellezza. Questo è ciò che fa male. Nei miei lunghi anni di vita ho visto il rigoglioso e maestoso verde spegnersi sotto l'indecenza umana. O sub-umana, che dir si voglia. Tuttavia la voglia di inoltrarmi ancora e ancora tra quei sentieri la ho ancora, e rimarrà sempre

    Paragrafo 4 - Tratto da Nuovi paesaggi di giò

  • Sempre e per sempre
    Ogni tanto, negli anni passati ho pensato di poter vivere in una città. Così, un lampo nella mente, un pensiero fulmineo, ma mirando al verde esteso dei boschi, ai dolci crinali dei monti e ai falchi che viravano liberi nel cielo, ho immediatamente scartato l'idea. Passeggiare nella natura e respirare l'aria fine di montagna non ha prezzo. Macchine, palazzi, smog, sarebbero stati la mia fine. Qui è la mia vita, qui è la mia storia.

    Paragrafo 2 - Tratto da Nuovi paesaggi di giò

  • Io sono Pierrot
    ..di nulla. Troppo presa dai suoi pensieri, assorta ad ascoltare la musica. Troppo sola in quella solitudine che amava e bramava come acqua nel deserto. "Lo hanno trovato ancora vestito." Una mano sulla spalla la fece sobbalzare, per la terza volta in pochi minuti. Il vedovo. L'uomo che non guardava mai nessuno, le stava parlando. Gli occhi sgranati, vitrei per il terrore, la fissavano. 
    "Come vestito?" Chiese Edda confusa.
    "Sì, vestito da Pierrot."
    Edda immaginò quella lacrima nera solcare il viso bianco della maschera. Una morte segnata dal Carnevale. Come era potuta succedere quella cosa?

    Paragrafo 5 - Tratto da Il volo della rondine di Luna

  • Folla al portone
    Edda si precipitò giù per le scale. Fuori il portone una cerchia di persone parlava, faceva ipotesi, cercava di capire. "L'ho visto proprio ieri. Un uomo così raffinato." Stava dicendo la signora Barmilla, una 40enne madre di due figli di 4 e 6 anni, alla signora Mardici, l'anziana del secondo piano. "Hanno dovuto sfondare la porta." Diceva ancora il signor Tommaso, il giornalaio che aveva l'edicola proprio vicino al portone, al signor Turzi. "Sì," continuò, "la signora Mardici sentiva un odore strano da ieri sera". Il chiacchiericcio continuava, mentre Edda pensava di non essersi accorta...

    Paragrafo 4 - Tratto da Il volo della rondine di Luna

  • Assassinio all'attico
    Persa tra le note melodiose e i ricordi che danzavano su esse, Edda sobbalzò quando sentì il citofono suonare.  Saltò giù dal letto, spense la musica e corse a rispondere. "Sono Paolo." L'uomo dall'altro capo della cornetta aveva una voce allarmata. Lo conosceva il suo vicino, un tipo solitamente calmo, che salutava appena. Vedovo da molti anni e sempre con la testa bassa. "Hanno trovato il dottor Ruggeri morto, sto avvertendo tutti." Edda sobbalzò ancora. L'uomo dell'ultimo piano, lo stimato medico che pochi conoscevano di fatto, ma tutti di nome, era stato assassinato, le aveva spiegato...

    Paragrafo 3 - Tratto da Il volo della rondine di Luna

  • Mi sono persa
    Ragazzi scusate, ma a causa del lavoro ho perso il filo delle storie,
     con mio grande rammarico.
     Devo trovare il tempo di leggere tutte le sezioni 
    aggiunte e cercare di poter scrivere nuovamente.
  • Armador, sovrano del Gelo
    Il cavaliere sguainò la spada. Una scia di luce si specchiò sul metallo nero. "Tu sei Armador del reame del Gelo. Io ti sono amica, sovrano." "Tu sei solo pestilenza per queste terre. Mietitrice di vite, spavalda con i deboli umani." Saltò a terra dal destriero nero e abbassò la spada verso la sciagurata. La punta dell'arma trapassò le carni di Tempesta all'altezza del cuore. "Ora perderai i poteri. Ti lascerò la vita miserabile che meriti." Un urlo lancinante spezzò l'aria. La Figlia del Vento si contorse e strisciò al suolo come una serpe. "Maledetto." Blaterò la sconfitta..

    Paragrafo 10 - Tratto da La Figlia del Vento di Luna

  • Finalmente libera
    La vecchia arricciò il naso e abbassò gli angoli della bocca, poi girò i tacchi e uscì facendo spallucce. La vidi nel quel cappotto spelacchiato trascinarsi il trolley e attendere il marito vicino la macchina battendo il piede. Ma Ambrogio non si mosse. "Vedi cara, noi teniamo tanto a Francesco, non dar retta alla mamma." Diede un bacio sulla guancia alla figlia e raggiunse la moglie. Caricò il trolley e finalmente partirono. L'atmosfera di casa tornò rilassata, la voce stridula dell'arpia era finalmente svanita. Ma sul volto di Giorgia era rimasto l'amaro della delusione. Amava sua madre ma..

    Paragrafo 18 - Tratto da Molla e i suoi umani di Caterina Caterina

  • Le offese ai felini
    ...frettolosa, con la fronte corrugata dai pensieri. Forse stava meditando sul posto in cui stanare qualche lucertola, oppure stava pensando di ambire a una preda più grossa, come un topo. Gli dissi miagolando che i topi erano rintanati a quell'ora, ma non sembrò interessarsene, tanto che si girò nuovamente verso casa e sull'uscio riprese a parlare con l'arpia. "Dovremmo dargli almeno una possibilità." Disse bonario. Ma dall'interno non ebbe risposta. Così prese una manciata di croccantini e me li tirò. Ma cosa credeva, che fossi un cane? Accigliata e offesa, mi girai e continuai la mia..

    Paragrafo 8 - Tratto da Molla e i suoi umani di Caterina Caterina

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