Dopo gli anni passati a studiare i popoli africani, occuparsi degli Ubuntu fu per Maya un vero e proprio ribaltamento di abitudini e di approccio alle relazioni sociali, oltre che alla scienza. Dovette abituarsi alla mancanza di luce, al contato fisico con chiunque si avesse a che fare, per qualunque cosa. Ci si toccava per riconoscersi. Gli scambi orali erano quasi inesistenti, fatti di poche parole e di monosillabi, quasi grugniti animaleschi. All'inizio lo trovò imbarazzante poi naturale e intrigante. La ricerca scientifica, in quello stato di cose, era particolarmente difficile...