L'incontro con Ursula, questo era il nome della ragazzina, si svolse più o meno nel solito modo, il Maestro faceva le su tre domande, dal senso incomprensibile e l'esaminato, se rispondeva in modo abbastanza sensato, poteva ambire a diventare allievo della Torre. Di solito il dialogo aveva come testimoni, oltre alla scorta, anche uno o più congiunti o familiari dell'esaminato. Per me furono i miei genitori, per lei furono le farfalle e un enorme gatta dal manto dorato come il miele, accucciata su una trave del fienile. Che sembrava ci esaminasse dall'alto in basso, col suo sguardo enigmatico.