Quella notte il vento volteggiava fra gli alberi, emettendo orridi fischi e languidi lamenti. Minsalva uscì di soppiatto dalla sua stanza, proprio quando le lanterne del maniero si spensero. La porta dell'oscuro passaggio segreto si aprì e lei scivolò fuori, nella radura che sapeva di terra bagnata. Il bosco le era di fronte, sfumato nel nero della notte come presenza malvagia. Ma Minsalva non aveva paura. La solitudine l'aveva resa fiera e austera più del gelo d'inverno. Dall'ombra nera delle fronde si aprirono tanti occhi gialli, lei si immerse in quel finto cielo di fittizie stelle...