-
Partenza senza ritorno.
Stanotte mi sono decisa. Ho guardato me stessa proiettata nel futuro, non mi sono piaciuta. Ho rivisto tutte le sofferenze, le infinite incomprensioni. Basta! Ho deciso. Ho rinunciato persino ad un figlio, Dio sa quanto lo desiderassi, ma, d'ora in poi, non scenderò più a compromessi con la vita. È mia la vita! Voglio viaggiare, ma, al momento, semplicemente mi accontento di cambiare aria, sto soffocando. Quindi preparo la valigia, ci ho messo dentro tutto il mio coraggio, spero mi basti. Voglio tornare a sognare. Voglio tornare a vivere. Voglio godermi questa mia vita ed ogni suo ostacolo.
Paragrafo 4 - Tratto da Quanto tempo sarà.... di Vittoria Volpes
-
Rapimento
quell'uomo aveva afferrato la bambina per un braccio, tirandola a sé. Mentre la madre urlava disperata, da una bottega, uscì un macellaio con un coltellaccio in mano, attirato dalle urla della signora. Io mi fiondai sul rapitore, facendolo roteare per terra. Accorse in mio aiuto anche il macellaio, che, sotto la minaccia del coltello, immobilizzò il malvivente. La bimba era terrorizzata, tremava ma non versò nemmeno una lacrima. Visibilmente sotto shock, la riaffidai alla madre. L'uomo a terra iniziò a divincolarsi, urlando .
Paragrafo 6 - Tratto da Sogni e segni di Giovanni Bevacqua
-
Odio l'amore
ho visto quelle due mani stringersi, soffocando lo spazio che c'era tra di loro. Ho percepito un brivido, che è durato solo un attimo, il tempo di invidiare quel sentimento, mai provato in tutta la mia vita, fin da quando sono nato. La scintilla della felicità è stata subito sommersa dalla rabbia e dall'acredine che governa la mia mente. Un poco mi vergogno, ma ho desiderato strappare via quelle mani, che si muovevano all'unisono. Nessuno doveva amare. Io odio l'amore. Invece, placando i miei reali istinti, mi sono limitato a chiedere permesso, costringendole a sciogliere quell'intreccio che
Paragrafo 4 - Tratto da Sogni e segni di Giovanni Bevacqua
-
Visioni oscure
che fosse portatrice di consegue nefaste. Questa triste fama, Ursula se la trascinava fin da bambina, quando, durante una notte d'inverno, radunò tutto il villaggio, preannunciando un'imminente terremoto. Tutti credettero che si trattasse della fantasia di una bambina, sorridendo, fecero ritorno nelle proprie abitazioni. Nel cuore di quella notte, un terremoto devastante si abbatté sul villaggio, spazzando via case e uomini. Da allora, gli episodi si susseguirono, tanto, che in molti tacciarono Ursula di stregoneria. Ma, quello della ragazza, era solo un potere: visioni premonitrici.
Paragrafo 2 - Tratto da La maga delle farfalle di Il fratello di Alice