...con le labbra carnose che aderirono perfettamente alle mie. Ne sentii ogni piega, così come avvertii ogni sua curva sotto il tocco delle mie mani. Sembrava così fragile, come una bambola di porcellana. Esile come lo stelo di una pallida rosa smembrato delle spine. Le posi una mano sulla nuca per sentirla ancora più vicina, più mia, per non farla scappare, per tenerla al sicuro, per darle la certezza che tra le mie braccia la sua vita sarebbe cambiata. Ma quanto una creatura così ferita può credere ancora di poter essere amata? Così...