Fu in un sepolcrale crepuscolo d'autunno che Tempesta si incamminò solitaria per le vie del villaggio. Il vento levava flebili mulinelli di polvere e la luna troneggiava nel cielo sovrana. Una donna rugosa e solitaria gridò dall'uscio di casa: "Vattene da qui, maledetta megera." Poi si rintanò nel fioco chiarore, chiudendo dietro sé la porta. Tempesta levò le mani al cielo e nubi nere comparvero dal nulla della volta stellata, danzando vorticosamente sull'umile villaggio, sbraitando tuoni e fulmini, sconquassandosi di lacrime che si abbatterono sulle abitazioni. La maledizione era iniziata.