Volarono le tegole dai tetti, le porte sgangherate e rotte. "Chi osa sfidarmi non può viver senza affanno". Le querce su per i monti furono scosse e invano levarono i loro scudi di foglie e di rami, per opporle un debole baluardo. Tempesta portò altrove i propri strali, per mettere alla prova popolazioni imbelli. Diventava euforica quando al tramonto sembrava che anche il sole la temesse, se lo schermo di nubi scompigliava. Vedeva, nella luce che scolora, un segno della sua onnipotenza. Senza sosta correva per il mondo sempre libera di imporre la sua legge.