• Provar mi voglio in questo agone,
    Versando versi in un mare di prose,
    Io smovo l'acque con rime sinuose
    E sfido voi, colleghi, alla tenzone.
    
    Sonetti chiari, fate attenzione;
    Versi quattordici e rime forbite;
    Mi raccomando la sillabazione,
    Un errore è permesso, che ne dite?
    
    Se tu onori il regolamento,
    Giochi d'astuzia con penna veloce,
    V'a tutti un miglior divertimento.
    
    Qualunque tema al mondo ci sia:
    Amore, guerra o pasta che scoce,
    Cantarlo puoi. Che sia melodia!
  • Carlo era stanco di quella vita monotona. Sentiva che qualcosa doveva cambiare. Non sapeva bene cosa, non aveva in testa una precisa posizione di se stesso. Forse in quel modo non andava bene, forse in quel modo, quella struttura sociale, quelle regole, quell'organizzazione. Aveva sentito parlare dei progetti delle micronazioni, e anche di utopie, di nuovi mondi fondati con altre prospettive, altre idee, dove dare inizio ad una nuova civiltà, un nuovo modo di vivere, un nuovo mondo, con una vita felice, senza capitalismo alle calcagna. Cosa fare...?
  • Essere in un punto morto, aver imboccato un vicolo cieco, impantanarsi...Barbara non riusciva ad uscire dal flusso di pensieri, dalle metafore mentali della confusione. Più aveva voglia di cambiamento più si sentiva bloccata, da sè stessa soprattutto. Respirò profondamente, qualcosa doveva fare, capire da dove le arrivava quell'insicurezza che mascherava, che ricacciava sempre giù indossando una maschera...
    Foto profilo di Vavva su DiagramStory

    di Vavva

  • Ferma davanti lo specchio Josephine si osservava, lo faceva di tanto in tanto, per ricordarsi che era diventata adulta, ma non una sola ruga marchiava il suo volto. Eppure, i suoi 30anni l'avevano cambiata, il lavoro l'aveva cambiata, ma il cuore ed i sogni erano ancora quelli di una bambina. L'amore tanto atteso che non arrivava mai e non si accontentava di nulla, né a lavoro né nella vita. Credeva ancora che esistesse altro al di là della fine, che ci fosse un significato più profondo nell'essenza dell'essere.
  • C'erano queste donne. Erano inginocchiate una accanto all'altra, coi volti rivolti a terra. Erano belle, di una bellezza ancestrale. Si tenevano per mano e cantavano soavemente in una lingua sconosciuta. I loro capelli ondeggiavano al vento. Si confondevano gli uni con gli altri, creando striature multicolore. Il bianco delle tuniche che indossavano accecava chiunque si soffermasse a guardarle. La neve gelida che cadeva prepotente dal cielo sembrava non avere alcun effetto su di loro. Rimasi a lungo fermo a guardarle. Rabbrividivo nel mio cappotto grigio, incantato da quel mistico spettacolo.
  • Alle colleghe, agli amici, ai vicini di casa, a chi frequenta pilates con te...agli altri, tutti gli altri.Piacere a tutti!Una ricerca irrefrenabile e spasmodica di tutto ciò che posso correggere, nascondere, evitare...una ricerca disperata di essere accettata solo per ciò che sono.Una corsa anelante che mi lascia ogni giorno sfinita, triste e inerme.Una corsa dentro me stessa piena di paura e tormento, una corsa che non raggiunge il traguardo perché tagliare quella linea significa piacere innanzitutto a me stessa ma so che nonostante mi stia allenando da anni sono ancora troppo lontana!
  • Tutto iniziò in quel momento. C'è sempre un principio del tutto, anche se esso contiene in sé anche la fine. Attorno a lui era completamente buio, quindi dedusse di trovarsi in un sotterraneo. Non aveva la minima idea di come e del perché si trovava in quel luogo. Aveva solo vaghi e lontani ricordi della sua infanzia. In quel frangente, anche se forse si disse che non era la cosa più opportuna da fare, si mise a pensare con nostalgia alla sua vecchia casa di campagna quando era bambino: il cane lupo Argo, la nebbia che si levava la mattina presto dai campi, il melograno.. Si commosse.
    Foto profilo di Blu su DiagramStory

    di Blu

  • Si può vivere come in una teca, dissociando inconsapevolmente per anni? Iris se lo chiedeva con una sorta di disperazione, sospesa tra il tempo vissuto che in parte sembrava sprecato e l'adrenalina di essersene accorta. La presa di coscienza era iniziata in un giorno di maggio...
    Foto profilo di Vavva su DiagramStory

    di Vavva

  • Avvenne quasi di colpo, nell'atto poco pensato di scegliere un sentiero e non un altro, in una solitaria e anonima passeggiata d'autunno...Camminavo spesso in quel periodo, a fatica. Il petto come compresso, il fiato corto, la testa e l'animo pesanti. Imboccai la stradina sulla destra e con il crepitio delle foglie secche sentii i polmoni espandersi, respirai come non facevo più da tempo...cosa stava succedendo, perchè proprio lì?
    Foto profilo di Vavva su DiagramStory

    di Vavva

  • Non lo credevo possibile. Non più ormai. Sette anni...
    Questa è la prima sera che non ci penso: mi sono addormentata appena rientrata dal lavoro (non mi succede mai), mi sono svegliata adesso: l'orologio al muro segna le 06.47... E io per la prima volta, dopo sette anni, mi sento viva! Ho aperto le finestre e gli scuri: fuori sembra tutto ovattato. Niente, esco a fare due passi... Per il piacere di farli... Dopo sette anni... Non capisco neanche se son viva sul serio, se è un sogno... Non so nulla, non penso, sento... Sento che la nebbia mi illumina e devo seguire la mia luce
<< <
/
2
> >>

Crea storie senza fine

Oppure invita i tuoi amici a creare una storia tutta vostra

registrati subito