• Provar mi voglio in questo agone,
    Versando versi in un mare di prose,
    Io smovo l'acque con rime sinuose
    E sfido voi, colleghi, alla tenzone.
    
    Sonetti chiari, fate attenzione;
    Versi quattordici e rime forbite;
    Mi raccomando la sillabazione,
    Un errore è permesso, che ne dite?
    
    Se tu onori il regolamento,
    Giochi d'astuzia con penna veloce,
    V'a tutti un miglior divertimento.
    
    Qualunque tema al mondo ci sia:
    Amore, guerra o pasta che scoce,
    Cantarlo puoi. Che sia melodia!
  • Carlo era stanco di quella vita monotona. Sentiva che qualcosa doveva cambiare. Non sapeva bene cosa, non aveva in testa una precisa posizione di se stesso. Forse in quel modo non andava bene, forse in quel modo, quella struttura sociale, quelle regole, quell'organizzazione. Aveva sentito parlare dei progetti delle micronazioni, e anche di utopie, di nuovi mondi fondati con altre prospettive, altre idee, dove dare inizio ad una nuova civiltà, un nuovo modo di vivere, un nuovo mondo, con una vita felice, senza capitalismo alle calcagna. Cosa fare...?
  • . Ho fatto richiesta all'editore per sapere se sia in programma una chat per comunicare tra di noi.  Trascrivo la risposta:  "Salve, stiamo integrando la messaggistica, tipo Facebook, sperando possa aiutare in tal senso. Ci vorrà ancora qualche settimana ma sarà operativa il prima possibile. Siamo sempre aperti a proposte e idee di qualunque natura che possano migliorare qualità e offerta del sito". In attesa penso che si possano utilizzare i paragrafi di questa storia creata ad hoc. Con simpatia Giò.
    Foto profilo di giò su DiagramStory

    di giò

  • Essere in un punto morto, aver imboccato un vicolo cieco, impantanarsi...Barbara non riusciva ad uscire dal flusso di pensieri, dalle metafore mentali della confusione. Più aveva voglia di cambiamento più si sentiva bloccata, da sè stessa soprattutto. Respirò profondamente, qualcosa doveva fare, capire da dove le arrivava quell'insicurezza che mascherava, che ricacciava sempre giù indossando una maschera...
    Foto profilo di Vavva su DiagramStory

    di Vavva

  • Erano trascorsi diversi anni da allora, ma Josephine ricordava perfettamente quel giorno, quando l'anziana e sofferente signora ormai in fin di vita stringeva forte tra le mani quel rosario e guardava il crocifisso appeso alla porta e ad ogni preghiera il dolore sembrava dissiparsi. 
    Josephine fece una riflessione: "E' forse giusto mettere in dubbio una fede così forte che riesce ad alleviare ogni sofferenza? Forse è giusto a fine vita attaccarsi alla speranza di un'immortalità perpetua e se questa fede così forte e prepotente può alleviare quel dolore, forse è giusto assecondare chi crede".
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  • C'erano queste donne. Erano inginocchiate una accanto all'altra, coi volti rivolti a terra. Erano belle, di una bellezza ancestrale. Si tenevano per mano e cantavano soavemente in una lingua sconosciuta. I loro capelli ondeggiavano al vento. Si confondevano gli uni con gli altri, creando striature multicolore. Il bianco delle tuniche che indossavano accecava chiunque si soffermasse a guardarle. La neve gelida che cadeva prepotente dal cielo sembrava non avere alcun effetto su di loro. Rimasi a lungo fermo a guardarle. Rabbrividivo nel mio cappotto grigio, incantato da quel mistico spettacolo.
  • La morte di papà fu per noi un nuovo inizio. Quando si parla di inizio ci si immaginano sempre cose belle. Nella nostra storia non fu così. Ciò che provai assomigliò molto a quando da adulta portai mio figlio sulle giostre.
  • Non lo credevo possibile. Non più ormai. Sette anni...
    Questa è la prima sera che non ci penso: mi sono addormentata appena rientrata dal lavoro (non mi succede mai), mi sono svegliata adesso: l'orologio al muro segna le 06.47... E io per la prima volta, dopo sette anni, mi sento viva! Ho aperto le finestre e gli scuri: fuori sembra tutto ovattato. Niente, esco a fare due passi... Per il piacere di farli... Dopo sette anni... Non capisco neanche se son viva sul serio, se è un sogno... Non so nulla, non penso, sento... Sento che la nebbia mi illumina e devo seguire la mia luce
  • Passeggio.
    Guardo svogliatamente i manifesti dei cinema; alla ricerca di un'idea più che d'un film?
    Può darsi!
    Che manca? Non ho nostalgie, se non quella di persone mai incontrate, d'altronde mi sono sempre lasciato alle spalle ponti bruciati.
    Mi sento chiamare: è Pasquale, caro amico di lunghe esaltanti discussioni; di che disquisirà oggi?
    - Ciao Fernando, allora, hai ripensato a quel che t'ho detto sull'esistenza di Dio? -
    - Ciao Pasquale, non si può portare prove pro o contro. Comunque posso dire che nessun dio è onnipotente.
    Domanda: Dio può creare un sasso che neppure lui può sollevare? -

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